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Una nuova concezione planimetrica per la nuova borghesia dei suburbs

"The good building is not one that don't hurts the landscape, but one which makes the landscape more beautiful than it was before the building was built"

Frank Lloyd Wright


Questa concezione estetica dell’architettura che doveva rispondere a principi di appropriatezza al sito, crea anche un parallelismo con l’appropriatezza verso un nuovo ideale sociale e culturale, interpretato dalla nuova borghesia dei suburbs di Chicago a cavallo del ‘900. Wright darà forma e spazio ad una concezione planimetrica del tutto nuova a questa neonata classe sociale.


Frank Lloyd Wright nasce nel Wisconsin nel 1867 e dopo l’ammissione presso la University of Wisconsin-Madison, lasciata prima di conseguire il titolo di studi, si trasferisce a Chicago in cerca di lavoro, impiegandosi presso lo studio dove aveva precedentemente collaborato come disegnatore. Qui Joseph Lyman Silsbee introduce Wright alla dottrina dello Shingle Style, un linguaggio vernacolare tipico dei sobborghi di Chicago caratterizzato da tetti a falde aggettanti con verande – soluzioni adatte a tale clima – capaci di unire l’interno con l’esterno attraverso un elemento centrale: il camino o focolare. Nel 1888 inizia a lavorare presso lo storico studio Adler&Sullivan dove carpisce la lezione del Maestro: seguire la filosofia dei padri fondatori esasperando l’individualismo ed esaltando l’integralità del soggetto che in comunione con la natura doveva ricostruire la propria comunità all’insegna del naturalismo sotto gli slogan di “architettura organica” e “società organica”.


La tipologia abitativa diventa quindi il principale strumento per traghettare un aristocratico distacco dalla caotica metropoli del laissez-faire. In contrasto con la severità del centro, la casa doveva fornire un calmo e rilassante rifugio diventando un’istituzione sacra che richiedeva un trattamento architettonico nobile e formale, un luogo di influenza morale e religiosa impregnato di cultura. La sua moderna concezione planimetrica, fatta di aggregazione, compenetrazione e scomposizione dei solidi, proviene dall’uso – in età infantile – dei giochi froëbeliani e dal superamento dei principi di Silsbee apportando un controllo assiale della pianta derivante dalla tradizione classica. Qui la natura viene forzatamente inserita nella tripartizione classica basamento-sviluppo-coronamento, trasfigurata – secondo la poetica dello Shingle Style – in radici-troco-rami. Un secondo elemento didattico che contribuiva a sintetizzare la nuova concezione planimetrica derivante dallo studio dell’architettura giapponese – per lo più fatta di tetti aggettanti, telai, travi e tramezzi in legno - era il Tokonoma, oggetto ricorrente al centro delle abitazioni e luogo di contemplazione per le cerimonie domestiche. Tale elemento può avere influenzato Wright nella scelta del camino come elemento fisso all’interno di una pianta fluida.


Questi principi sono stati illustrati nella pubblicazione de Ladies’ home journal: A Home in a Prairie Town (1900), dove compaiono progetti caratterizzati da lunghe e basse linee orizzontali, tetti aggettanti che definiscono i volumi, verande e porte-cochère, focolare al centro dell’abitazione e vani distribuiti in relazione a questo elemento centripeto, rotazione e asimmetria dei piani che scorrono e si sovrappongono. La pianta esplode verso assi che si perdono nella natura rompendo la scatola edilizia. Ne esce così dominante il concetto di luogo unitariamente conquistato da un percorso iniziatico soggettivo insito nel susseguirsi dei differenti volumi e vani. Possiamo riconoscere nella Winslow House (River Forest, 1893-94) il primo tassello di un processo di maturazione sempre in atto, un’abitazione senza fronzoli e dotata di solida eleganza al centro della quale s’innalza il camino, posto dietro un paravento dal carattere sacro che invita il visitatore a eseguire un movimento rotatorio per fruire gli altri ambienti. Sul retro è posta la sala principale sopra la quale è situata la camera padronale. Ingresso, camino, sala principale e camera da letto si pongono sullo stesso asse riprendendo principi classici.

Nella Ward Willits House (Highland Park, 1902) troviamo una pianta costruita su quattro ali con ingresso nascosto e defilato (caratteristica che verrà usata d’ora in avanti). Si entra da un porte-cochère e ogni vano è fruibile con movimenti diagonali rispetto al camino centrale. Il soggiorno è rivolto sul fronte strada, ad ovest la sala da pranzo, e sempre in diagonale sul retro, la cucina. Le stanze sono traslate su assi paralleli a quelli principali sempre regolate da un movimento rotatorio attorno al perno-camino. Altro elemento distintivo è il sollevamento dell’abitazione attraverso il basamento dall’insalubre terreno.

Con la Dana House (Springfield, 1902-04) il processo compositivo è ulteriormente ampliato, la complessità della pianta ricalca le richieste dei proprietari ma è evidente il punto di origine della rotazione dei volumi.

L’apice della composizione planimetrica si avrà con la Robie House (Chicago, 1908-10) la quale è organizzata su una pianta che si sviluppa in lunghezza sul lotto suburbano. Qui la rotazione dei vani è meno evidente infatti abbiamo la suddivisione planimetrica in due fasce: sul retro troviamo i vani tecnici e di servizio mentre sul fronte quelli di rappresentanza. È l’antitesi della Winslow House, un’esplosione di vani verso l’esterno. Sono qui evidenti i rimandi alle origini, agli archetipi della composizione architettonica: piattaforma, focolare, tetto e recinto. Questa prima fase progettuale del Maestro è molto importante per capire i successivi sviluppi della sua architettura, lo è ancor più per apprendere l’origine di una composizione planimetrica molto complessa che farà da scuola a tutto il Novecento.


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